mercoledì 4 aprile 2012


Giovedì 5 aprile, ore 21.00

Sodome et Gomorrhe
mosaico drammaturgico
interpretato da Ulderico Manani

Auditorium quarto piano. Ingresso: posto unico 3 euro
A cura di UAAR.

Un mondo naturale vivo, dinamico e vario, con fiori, insetti, frutti ed esseri umani androgini ed ermafroditi.
 "Nello stesso istante in cui il signor Charlus infilava la porta sibilando come un grosso calabrone, un altro -ma vero, questo- fece il suo ingresso nel cortile. Che fosse quello di cui l'orchidea aspettava da tanto tempo l'arrivo, il portatore di quel polline così raro senza il quale sarebbe rimasta vergine?" 
M. Proust, Sodoma e Gomorra I, 1922

L'interpretazione drammaturgica di Ulderico Manani, in settanta preziosi minuti, verterà sul saggio sull'omosessualità che compare, in forma di ouverture, in Sodome et  Gomorrhe, di Marcel Proust. La formula sarà quella di un teatro in cui l'attore è a diretto contatto con gli spettatori, accogliendoli e stimolandoli con la sua performance ad un successivo dibattito. Le musiche di Debussy e di Beethoven, indicate dallo stesso Proust, accompagneranno la recitazione.

Lo scrittore francese Marcel Proust nasce a Parigi nel 1871. Gli ci vorranno molti anni, dal 1906 al 1922 per completare il ciclo Alla ricerca del tempo perduto (A la recherche du temps perdu). Sodome et Gomorrhe è il quarto dei sette romanzi di questo grande lavoro. L'ouverture contiene una ricchezza di riferimenti culturali, sociali, religiosi e "scientifici" anche grazie ai sedimenti offerti dall'esperienza del padre dello scrittore, il dottor Adrien Proust, da quella degli studi sull'ermafrodismo del fratello Robert, specializzato in ginecologia e andrologia, e, inoltre, dal rapporto particolare con la madre, di famiglia ebrea, che muore proprio l'anno prima della stesura dei romanzi. Le letture del medico sessuologo Magnus Hirschfeld, creatore del primo movimento "gay" in Germania, completano il quadro dell'interesse dello scrittore per il tema dell'omosessualità.
Proust aveva anche incontrato Oscar Wilde nel 1892, poco prima della sua condanna per cose "...chiaramente sorde a ogni sentimento di vergogna...", e aveva seguito il caso del principe Philipp von Eulenburg che nella Germania dei primi del Novecento era stato investito da un'ondata di disprezzo per lo stesso innominabile "vizio".
I protagonisti di Proust, il Narratore, Charlus e Albertine, nelle dense e belle pagine del libro, si incontrano e si confrontano nelle sfaccettature di un amore più complesso di quello che appare. Il Signor Charlus, in particolare, è delineato come "meraviglioso" personaggio già nelle lettere tra Andrè Gide e Proust del giugno del 1914 che contengono importanti riflessioni sull'omosessualità. Charlus e Albertine sono entrambi antenati della stirpe dei cittadini di Sodoma e Gomorra già punita dalle ire divine.
Nella poetica di Proust affiora con forza dirompente il tema della natura che si presenta con un volto dinamico e non limitato dai canoni della religione e del diritto. Androgini ed ermafroditi, fiori, insetti, frutti, esseri umani, sono aspetti di questa grande, giocosa e casuale varietà di un mondo naturale, vivo, che permette a ognuno di conoscere se stesso e di completarsi solo nel confronto con gli altri esseri viventi. Una natura come un mondo interiore costituito da più risposte e da differenti angolature. Un mondo non assoluto, né immobile, ma in evoluzione. Una struttura vivente di una dissezione filosofica, scientifica, psicologica, espressiva, che trova il suo riflesso nella creazione e nell'arte atea di Proust.
Il ciclo completo di Proust, Alla Ricerca del tempo perduto, meritò, nel 1933, l'attenzione dei nazisti che lo bruciarono nei loro purificatori roghi di libri.

Cathia Vigato (in conversazione con Ulderico Manani)

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