martedì 10 aprile 2012

Io Tu Lui Lei / Finissage.

Giovedì 12 aprile alle ore 16
Zéro de conduite 

di Jean Vigo (1933)

Venerdì 13 aprile alle ore 16
Je, tu, il, elle
di Chantal Akerman (1974)

Io Tu Lui Lei. 
Una mostra eterosessuale
a cura di Francesco Ragazzi e Francesco Urbano
 
proiezioni speciali
Fondazione Bevilacqua La Masa 
Palazzetto Tito, Dorsoduro 2826
Venezia


In occasione della chiusura di Io Tu Lui Lei - Una mostra eterosessuale a cura di Francesco Ragazzi e Francesco Urbano, la Fondazione Bevilacqua La Masa è lieta di annunciare la proiezione di due film che da punti di vista differenti hanno rappresentato in maniera rivoluzionaria l'identità del desiderio, non mancando di destare scalpore all'epoca della loro prima diffusione. Giovedì 12 Aprile alle ore 16 è in cartellone Zéro de conduite di Jean Vigo (1933), mentre Venerdì 13 alla stessa ora Je, tu, il, elle, film di Chantal Akerman (1974) che dà il titolo all'esposizione.
Nessuna visione scioccante o spettacolare caratterizza le due pellicole, che pure hanno subìto pesanti censure e difficoltà di distribuzione. Entrambe le storie raccontate scorrono invece al ritmo vitale dell'esistenza quotidiana, forse il vero scandalo per società  e istituzioni che - oggi come allora - lasciano alcuni tipi di relazioni in un vuoto di rappresentazione carico di paure.
Le due giornate di proiezione sono anche un'occasione per riflettere, attraverso capolavori rari della cinematografia, sull'importanza storica di una memoria collettiva, ampia ed inclusiva. 

I film, ambientati in due fasi della vita salienti nella costruzione dell'identità, l'infanzia e la giovinezza, ci raccontano due forme di reclusione differenti: quella subita dai ragazzini in un collegio maschile e quella autonoma di una giovane donna nella propria stanza. Sono forse rispettivamente presagio ed eco dei campi di sterminio, ma anche e soprattutto energiche e delicate rivendicazioni di un'intensità di sguardo, di una differenza che può essere un di più.
Oltre ogni stereotipo sugli orientamenti sessuali, le proiezioni cercano piuttosto di disorientare lo spettatore facendo prevalere sulle regole e le imposizioni, la ricerca autentica della libertà.
Non a caso i due titoli si inseriscono nella mostra Io, Tu, Lui, Lei situandosi temporaneamente nello spazio ibrido del cinema costruito nella sede di Palazzetto Tito e dialogando con le opere di Sabina Grasso, Tomaso De Luca, Andrea Romano e Annatina Caprez, Antonio Bigini e Rachele Maistrello, Arin Rungjang, Margherita Morgantin, Claudia Rossini, Chiara Fumai, Dafne Boggeri, Antonio Barletta, Daniele Pezzi.
Sarà inoltre distribuito gratuitamente al pubblico il catalogo che documenta le fasi più significative dell'intero progetto. Tra i contributi critici, i testi dei curatori Francesco Ragazzi e Francesco Urbano, di Angela Vettese (Presidente della Fondazione Bevilacqua La Masa) e di Fabio Bozzato (Osservatorio Queer del Comune di Venezia) insieme ai preziosi interventi di Pier Luigi Tazzi, Filipa Ramos, Chiara Fumai, Camilla Seibezzi, Luca Trappolin.
La mostra rimarrà aperta fino a domenica 15 aprile 2012.

Zéro de conduite. Jean Vigo, 41', b/n. 1933.
In un collegio maschile, i ragazzini subiscono le imposizioni di un'autorità dura, ottusa e restrittiva: in particolare quella dei sorveglianti adulti "Bec-de-gaz" e "Pète-sec". I vivaci Bruel e Tabard sono però capaci di slanci e sentimenti spontanei che contraddicono le rigide costrizioni in vigore. I due bambini, mossi da un'amicizia speciale, scateneranno un rivolta notturna nel collegio e una fuga sui tetti della città. "Je vous dis merde!" è la risposta di Tabard all'indisponente maestro di scienze: un grido anarchico e liberatorio che scompaginerà l'ordine precostituito.
Girato nel 1933, ma censurato in patria fino al 1946 perché "vizioso", Zéro de conduite è uno dei primi film che afferma l'unicità inviolabile della sfera affettiva nelle sue infinite manifestazioni possibili. L'infanzia è rappresentata come una forza viva capace di sfuggire alle castrazioni del mondo adulto, mentre la vita di collegio fa da specchio alla società borghese tra le due guerre mondiali.
Jean Vigo, regista della pellicola, morirà di tubercolosi l'anno successivo a soli 29 anni, lasciandoci un capolavoro della cinematografia mondiale e una delle più belle scene al rallentatore mai realizzate in ogni tempo.

Je, tu, il, elle. Chantal Akerman, 86', b/n, 1974.
Per più di un mese, mangiando solo zucchero in polvere, Julie si chiude nella sua stanza, consegnandosi a un isolamento fisico e psicologico totale. Ne uscirà intraprendendo un viaggio in autostop che la porterà a condividere l'abitacolo di un camion con uno sconosciuto, per poi condurla in uno slancio intimo e vitale nella camera di un'altra donna. Tra road movie e performance, partecipazione e distacco, Je, tu, il, elle è un capolavoro assoluto del cinema sperimentale europeo.
Primo lungometraggio diretto e interpretato dalla belga Chantal Akerman, il film del 1974 fu presentato qualche anno dopo al Festival del Cinema di Venezia destando non poco scandalo a causa della rappresentazione esplicita dell'amore tra donne. La pellicola non venne mai distribuita in Italia.
Je, tu, il, elle sono i pronomi personali di una ricerca di sé che si compie, in più tempi e modi, al ritmo del quotidiano.

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