martedì 6 settembre 2011

"A scuola contro l'omofobia"

di Delia Vaccarello
l'Unità /
Liberi Tutti


Le esperienze della Provincia di Roma, dell'Arcigay di Milano, del Comune di Venezia e la rete dell'UNAR



A scuola anti-omofobia. Tornati in classe dopo l’estate i ragazzi lavoreranno sui propri pregiudizi e saranno i protagonisti di dvd e materiali per stanare l’intolleranza. Se in Parlamento la proposta di legge viene bocciata,    la cultura educativa del nostro paese  non resta ferma. E’ partito nella primavera dello scorso anno e durerà due anni il progetto “Niso”. Promosso dalla Provincia di Roma,  finanziato dalla Commissione Europea, coinvolge Italia, Belgio, Estonia, Olanda e i licei romani Aristotele, Cannizzaro, Giordano Bruno e Socrate. Più di due mila studenti, divisi in gruppi pro e contro, realizzeranno video contro le discriminazioni che mostreranno ai  compagni.
Iniziative anche per i più piccoli con il progetto che vede capofila Arcigay di Milano e riguarda Italia, Belgio, Bulgaria, Germania, Olanda, Spagna e Regno Unito. “Al momento sono stati selezionati i primi 12 film che comporranno il kit didattico riservato alle scuole dell’obbligo per allievi dai 5 ai 13 anni”, precisa Marco Mori presidente Arcigay Milano.  Tra le mete da raggiungere, un dvd con manuale  identico per i sette paesi europei.
Tra i comuni che non stanno a guardare, spicca Venezia dove le attività contro i pregiudizi sono ormai una tradizione. 
Dal 2005, anno di battesimo dell'Osservatorio lgbt (lesbiche, gay, bisessuali, transgender), il Comune  lavora  con alcuni istituti superiori sui "sentimenti" per disinnescare la miccia delle derive omo e transfobiche. “Educazione sentimentale come educazione alla cittadinanza" è un progetto che fa capo all'assessorato alle politiche giovanili e di pace. Dibattiti, film, improvvisazioni teatrali, laboratori di scrittura portano i ragazzi a calarsi nei panni dei "presunti" diversi . Al termine di ogni anno,  un "prodotto" realizzato dalle classi - dvd, blog, racconto - diventa il segno del lavoro svolto. “L’idea-base è di approcciare il contrasto all’omofobia decostruendo l’immagine stereotipata di “maschile” e di “femminile”, dichiarano gli operatori Sara Cavallaro e Fabio Bozzato. I ragazzi si chiedono chi siano il “vero uomo” e la “vera donna”. Facendo slalom tra dubbi e acerbe certezze, spesso giungono alla percezione che la verità non la si acciuffa dando le pagelle di “normale” e “diverso”, ma captando ciò che lega ciascuno alla persona amata. 

Intenso l’impegno di contrasto all’intolleranza messo in campo dall’Unar, l’ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali del Ministero delle Pari opportunità che sotto la guida di Massimiliano Monnanni ha aperto alle questioni legate all’orientamento sessuale e alla identità di genere, lanciando anche la rete Near per gli under 25 che vogliono diventare “volontari attivi” . “Per l’anno scolastico 2011-2012 dalla metà di ottobre partiremo con la sensibilizzazione nelle scuole di ogni ordine e grado in merito a violenza contro donne e minori e discriminazioni per etnia, razza, disabilità, orientamento sessuale, età, religione e identità di genere”, dichiara Monnanni. Già stanziati 250.000 euro per svolgere almeno 300 interventi formativi.
Lo ricordiamo: la violenza omofobica, fatta di aggressioni fisiche o verbali, va distinta dalla cultura omofobica, che è  disseminata nei linguaggi, negli atteggiamenti, negli sguardi,   nelle barriere invisibili buone a separare i “diversi” dai “normali”: se sei “così” non sei uno di noi, devi restare solo o con quelli come te.  Grazie al confronto e alla comunicazione i giovani si mettono in gioco riuscendo a “sbloccare” il meccanismo dell’esclusione.  E se, oltre agli studenti, i progetti anti-omofobia coinvolgessero i nostri parlamentari?

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